È il 1962. Gigi Meroni, giovane calciatore del Como, viene ingaggiato appena diciannovenne dal Genoa, formazione militante in Serie A. Gigi è un ragazzo fuori dagli schemi per l’epoca: porta i capelli lunghi, dipinge, ascolta i dischi dei Beatles e gioca sempre con la maglietta fuori dai pantaloncini e i calzettoni abbassati. Arrivato a Genova inizia gli allenamenti con la nuova squadra: intorno a lui c’è un evidente scetticismo, ma grazie alle sue grandi doti tecniche e i consigli di mister Santos in poco tempo diventa l’idolo dei tifosi. Intanto, nel bar frequentato dalla squadra, conosce una ragazza di cui si innamora in breve tempo: Cristiana Uderstadt, con la quale inizia una relazione. La ragazza è però promessa in sposa ad un regista romano, e sua madre, d’accordo col futuro marito, cerca di organizzare quanto prima le nozze. Dopo la tragica scomparsa di Santos, l’allenatore del Genoa, e le insistenti proposte da parte del Torino, Gigi lascia la squadra genovese e si trasferisce nella nuova città. Al Torino, Meroni stringe particolare amicizia con Fabrizio Poletti e con il nuovo allenatore: il sanguigno Nereo Rocco. La relazione con Cristiana si fa sempre più difficile, Gigi è sempre più famoso e costantemente impegnato con la squadra, mentre lei è ad un passo dalle nozze. Nel 1966 Edmondo Fabbri convoca Meroni in nazionale, poco prima del campionato mondiale. Sotto le pressioni del severo ct Gigi è costretto persino a tagliarsi i capelli. Per l’Italia è però un mondiale sfortunato, e la squadra di Fabbri esce tra le polemiche, dopo un’imbarazzante sconfitta contro la Corea. Cristiana, appena sposata, continua a frequentare in segreto il calciatore, che le trova una sistemazione nel suo piccolo appartamento a Torino. La relazione tra i due viene presto scoperta, e lo scandalo che suscita è notevole. Mentre la sua notorietà cresce (sia dentro che fuori dal campo), sulla panchina del Torino arriva l’ex ct della nazionale Edmondo Fabbri, a sostituire l’uscente Rocco. Fabbri si riappacifica in fretta con Meroni, che rifiuta persino l’onerosa offerta della Juventus per continuare a giocare nella squadra granata. Intanto Cristiana riesce ad ottenere l’annullamento del suo matrimonio rivolgendosi alla Sacra Rota, anche grazie all’aiuto della madre, che finalmente accoglie la sua decisione. Nella partita contro la Sampdoria, Gigi riesce a coronare il suo sogno di segnare su calcio di rigore (fino ad allora aveva sempre fallito dagli undici metri), e dedica il suo gol a Cristiane e ai familiari, accorsi a vedere la partita. Subito dopo viene sostituito a causa di un infortunio, ed esce dal campo tra gli applausi. Sarà la sua ultima gara: poco dopo, al termine della partita, morirà tragicamente dopo essere stato investito da un’auto in Corso Re Umberto, mentre stava tornando a casa.